Primo piatto: sandali rosa confetto ispirati all’arte del riciclo. Secondo: borsetta che ricorda le monete giapponesi. Dessert: scarpe tagliate in punta e sul tallone. Non si mangiano, ma soddisfano un altro genere di appetito i prodotti del marchio Wmaty (What’s more alive than you). Serviti come portate prelibate su una tavola imbandita del circolo della stampa a Milano, sono il frutto di un connubio tra design internazionale e maestria produttiva italiana. Il marchio, fondato da Mario Innocente e Michela De Zuani, si basa su un’idea innovativa: coinvolgere e reclutare, attraverso il Web, designer, fashion designer, architetti e creativi di tutto il mondo, professionisti, ma anche studenti universitari e talenti emergenti. La start-up si è infatti servita di alcune piattaforme di crowdsourcing per raccogliere idee provenienti da ogni Paese, scegliendo e premiando le migliori. Ai designer selezionati è stata riconosciuta una royalty per ogni prodotto commercializzato. Un modo originale per rendere la moda un’esperienza più partecipata.
“Amo la storia e le tradizioni, i vecchi oggetti e i disegni antichi, ma sono attratta anche da cose molto moderne – dice Akiko Tanakashi, autrice della linea di borse My Jaba money, ispirata alle monete giapponesi –. Quando penso a un oggetto, provo a unire sensazioni attuali e vecchie tradizioni. Questo per me significa dare continuità alla storia”. Le sue borse sono caratterizzate da un manico-bracciale in metallo placcato in argento, che permette di portarle al polso come un gioiello.
Particolari sono le Recycle shoes, un paio di scarpe in pelle conciata al naturale, disponibili in giallo o in rosa confetto. La peculiarità del modello, nato dall’estro della svedese Liza Fredrika Aslund, è data dai tacchi. Questi traggono ispirazione dall’assemblaggio di pezzi di sedie e tavoli e, quindi, dal riciclo.
Altre scarpe che colpiscono sono quelle della linea Madame Guillotine. La designer, francese di Nantes, si chiama Florence Estelle Girault e si è ispirata ad alcuni momenti della rivoluzione francese. Il risultato sono scarpe dal disegno asimmetrico, tagliate come da una ghigliottina in punta e sul tallone.
Ma non sono da meno i designer italiani. Filippo Mantone è autore della linea di borse Ellis Island, caratterizzate dal patchwork cucito a mano e dal manico “continuo”, che permette di portarle in due posizioni diverse. Giulia Signorini ha creato le scarpe Mix_Cut_Paste, con gambale fatto di anelli assemblabili a piacimento, fino a ottenere un paio di stivaletti estivi. Seguono Lucia Pontremoli, Paola Bimaso, Cristian Barato e Andrea Samantha Maggioni.
Ci sono poi le scarpe maschili, con la linea del tedesco Albrecht B. Engel e quella del giapponese Akahito Shigemitsu.
Infine, non poteva mancare un’inglese: Victoria Geaney sorprende con la sua collezione di scarpe floreali, eleganti ed eco-friendly.