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  • Maria Elena Tanca
  • Nata a Sassari nel 1981, è giornalista professionista dal 2010.
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5 marzo 2013 2 05 /03 /marzo /2013 01:28

C’è chi pubblica la foto delle uova al tegamino su Instagram spacciandola per un’opera d’arte, chi passa ore e ore a spiare i profili degli amici su Facebook e chi twitta perfino dalla tavoletta del bagno. Per tutte queste persone (se normali o affette da dipendenza lo diranno gli psichiatri) esiste il National Day of Unplugging: dal tramonto di questa sera fino a quello di domani, negli Stati Uniti la parola d’ordine sarà disintossicarsi dalle tecnologie. Almeno per tutti quelli che decideranno di aderire all’iniziativa, ormai al quarto anno di vita.

Fare a meno di cellulare, laptop, tivù e altri gadget per un giorno intero ad alcuni sembrerà impossibile. All’inizio potrebbero perfino sentire un senso di vuoto e smarrimento. I siti americani provano a dare qualche suggerimento per evitare che ciò accada.

“Prima di staccare la spina, pianificate tutto quello che vorreste fare – consiglia Huffington Post Usa -. E ricordate che se avete appuntamento con qualcuno, dovreste conoscere con esattezza luogo e ora dell’incontro”.

Il Daily Beast elenca tutta una serie di possibili attività a cui dedicarsi nel giorno di tregua: fare esercizio fisico, leggere, uscire, ma anche giocare con il proprio gatto, dedicarsi alla meditazione, pregare e perfino fumare marijuana (laddove la legge lo consente). 

Esistono addirittura party a tema. Uno degli eventi più interessanti è Unplug San Fransisco, che sarà ospitato dal rifugio tech-free Digital Detox. Ai partecipanti sarà mostrato come de-digitalizzare alcune delle attività quotidiane. Per esempio, perché non disegnare la propria profile picture con matite e pennarelli? O scrivere su un muro reale invece che sul quello virtuale di Facebook? 

“Nella vita c’è di meglio da fare che mandare messaggini”, scrive Huffington Post Usa. “Prima di staccare la spina però – continua contraddicendosi -  ricordatevi di partecipare alla nostra Twitter chat “Social Media Anxiety Disorder”. Che anche gli autori dell’Huffington soffrano di dipendenza da tecnologie e social media? 

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F
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