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  • Maria Elena Tanca
  • Nata a Sassari nel 1981, è giornalista professionista dal 2010.
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22 novembre 2013 5 22 /11 /novembre /2013 11:45

L’arte imita la realtà e la realtà imita l’arte. Devono aver pensato questo in Venezuela, dove ormai anche i manichini sembrano aver fatto la mastoplastica additiva. Le vendite non andavano e così qualcuno ha provato ad adattarli al modello femminile dominante nel Paese: gambe lunghe e snelle, vitino di vespa e seni dalle dimensioni esagerate. Non si sa bene chi abbia iniziato, certo è che i nuovi manichini dalle forme aumentate hanno avuto successo.  E le vendite ora vanno meglio. Le venezuelane osservano i manichini attraverso le vetrine, con ammirazione e desiderio. Pensano: «Vorrei essere così bella, vorrei avere quell’aspetto», ed entrano a comprare. I manichini riflettono le loro fantasie di perfezione in un Paese in cui la “buena presencia” è diventata un’ossessione.

MISS VENEZUELA. «I concorsi di bellezza nazionali come Miss Venezuela e le corone conquistate nelle gare internazionali di Miss Mondo e Miss Universo hanno contribuito a far nascere questa tendenza – spiega a La Discussione il dottor Daniel Slobodianik, che fino al 2007 è stato il chirurgo plastico ufficiale di Miss Venezuela -.  Anche i mass media hanno parecchie responsabilità in questo senso: programmi televisivi, sfilate di moda e pubblicità mostrano donne dai corpi scolpiti e perfetti».  La passione per il bisturi risale per la precisione agli anni Settanta e Ottanta, quando il Venezuela conquistò per tre volte  il primo posto a Miss Universo.

BELLEZZA ARTIFICIALE. Una regola, quella del ritocchino, a cui non sembra esser sfuggita la venezuelana Gabriela Isler, Miss Universo 2013. Secondo i siti specializzati Missosology.org e GlobalBeauties.com, Gabriela si sarebbe rifatta seno, naso, ginocchia e dita. Del resto la concorrenza nei concorsi internazionali è così forte che alcuni Paesi esagerano con le trasformazioni chirurgiche. Ma non c’è da stupirsi, se si pensa che Osmel Sousa, direttore di Miss Venezuela, ha come motto: «La bellezza interiore non esiste. É qualcosa inventato dalle donne brutte per giustificarsi». Nei concorsi quel che conta è l’aspetto fisico, «non importa se la bellezza sia naturale o no», afferma. Sousa consigliò alla prima Miss Universo venezuelana di rifarsi il naso. Fu quel suggerimento, sostiene lui, a rendere possibile la vittoria del Venezuela.

MINORENNI. La pressione sociale nel Paese è talmente forte da spingere le donne a ricorrere al bisturi fin da piccole. «Qui molte adolescenti chiedono come regalo per il loro  15esimo compleanno una mastoplastica additiva. L’età media a cui le donne si sottopongono a questo intervento va dai 19 ai 35 anni», racconta il dottor Daniel Slobodianik. La mania coinvolge tutte, dalle benestanti alle più povere. Quando i soldi non bastano, le donne si rivolgono alle strutture pubbliche, dove i prezzi sono contenuti.

SOCIALISMO. L’ossessione per la chirurgia plastica stride con l’ideologia socialista del governo. Già l’ex presidente Hugo Chávez, morto nel mese di marzo, tuonò in televisione contro il silicone e la maledizione delle “pechugas grandes” (“grossi seni”). «Mi arrivano migliaia di richieste d’aiuto, qualcuno mi ha fatto vedere queste lettere. Richieste di 20-30.000 bolivares (circa 2-3.000 euro) per un’operazione. Non le ho nemmeno prese in considerazione», dichiarò. Chávez stigmatizzò il comportamento di chi decideva di rifarsi il seno nonostante i problemi economici, definendolo “terrificante”. La sua presa di posizione fu un po’ tardiva, a dire il vero. Già parecchi anni prima di quelle parole, era sufficiente fare un giro per Caracas per essere inondati da messaggi che pubblicizzavano i “seni a rate” su giornali e cartelloni stradali.

 CRITICHE, MA POCHE. Naturalmente non tutte accettano di uniformarsi a un modello di bellezza imposto dall’alto. Il mese scorso, per esempio, diversi gruppi di donne hanno protestato contro Miss Venezuela, criticando le pressioni esercitate dal concorso sulle venezuelane. Tuttavia, le crociate contro i seni rifatti sono state poche. In genere chi ha alzato la voce lo ha fatto dopo che qualcuno ci ha lasciato la pelle. Negli ultimi due anni, riportano i media locali, diverse donne sono morte in seguito a interventi andati male, spesso eseguiti in cliniche non autorizzate. Ma le ossessioni, si sa, si trascinano sempre dietro qualche pericolo e, per un seno più grande, molte venezuelane sono disposte a correre più di un rischio.

Questo articolo è stato pubblicato su La Discussione

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F
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